mercoledì 30 dicembre 2015

SU di UN RECENTE LIBRO SCRITTO DA UN NOSTRO CONCITTADINO di ELEZIONE (che tratta solo apparentemente unicamente di calcio) Roberto De Angelis – Le Partite nel Cuore –LEGMA Edizioni

SU di UN RECENTE LIBRO SCRITTO DA UN NOSTRO CONCITTADINO di ELEZIONE
(che tratta solo apparentemente unicamente di calcio)
Roberto De Angelis – Le Partite nel Cuore –LEGMA Edizioni

…. “Ebbene tutti i tifosi napoletani … potrebbero dire che il Napoli  comunque lo si deve amare perché è Napoli stessa”. Così si conclude l’introduzione dell’autore, Roberto De Angelis, al suo bel libro “Le partite nel cuore”; N:B: “nel” e non “del” cuore, e ciò non è senza significato come non priva di significato è la frase citata sul retro di copertina del grande Johann Wolfgang Goethe: “Dopo averla visitata, perdòno tutti quelli che perdono la testa per questa incomparabile città”! E’ il libro scritto da un amante del Napoli e di Napoli. Ma non è un banale testo, un altro tra i tanti, che parlano della squadra attuale ma è un libro che parla della squadra in sé e dell’amore dell’autore per la stessa e per la città che rappresenta. Il ritrovamento in un cassetto di vecchi appunti sul Napoli, sopravvissuti ai tanti sfratti causati dalle peregrinazioni cui lo ha costretto il suo lavoro di funzionario della Banca d’Italia, ha determinato la sua decisione a raccoglierli in un libro come sognava da anni ma che, solo ora che la tirannia del tempo si è allentata, ha potuto dare alle stampe. L’arco di tempo considerato va dal marzo del 1957 (quando il padre portò lui, bambino di circa sei anni, per la prima volta allo stadio, al Vomero, quando il San Paolo ancora non era stato inaugurato) al settembre del 1998, quando si interrompono gli appunti. Questi sono trascritti in ordine cronologico e a parte sono riportate alcune trasferte (necessariamente meno numerose delle partite casalinghe) e i ritratti di alcuni giocatori tra i più significativi, sempre in relazione allo stesso arco di tempo. Manca l’attualità, ma solo per non inquinare la spontaneità del racconto.
Prima di inoltrarmi nella descrizione del testo, consentitemi di soffermarmi sull’affermazione iniziale: “… il Napoli lo si deve amare perché è Napoli stessa”.
Questa non è solo l’affermazione di chi è figlio, fratello, cugino e nipote di eterni tifosi del Napoli e che per questo ha il Napoli e Napoli (è nato – fra l’altro – in pieno centro storico) nel sangue, ma è qualcosa di più.
Considero, come anche Roberto de Angelis, che il calcio rappresenti metaforicamente la società in generale, che sia un microcosmo nel quale si riflette, almeno in gran parte, il mondo esterno con tutte le sue contraddizioni. Il Barcellona, il grande Barça, è stato ed è tuttora molto più di una squadra di calcio per la Catalogna tutta. Durante il franchismo che abolì l’autonomia della regione e vietò l’uso della lingua catalana, tentando una difficile e autoritaria snazionalizzazione, il tifo per il Barça divenne un modo di continuare a sentirsi catalani, di opporsi alla omologazione forzata della regione, diversa per cultura e lingua, al resto della Spagna. In parte, ora che si parla di indipendenza, ci piaccia o meno, è ancora così. Ecco un caso in cui il calcio … rappresenta molto più del calcio stesso! Fatte le dovute differenze, la situazione del Napoli e di Napoli presenta delle analogie (senza indulgere a leghismi di reazione e neoborbonismi che il sottoscritto – a costo di farsi dei nemici – aborre). La “questione meridionale”, nata con l’Unità, è ben lungi dall’essere risolta. I grandi imprenditori “mecenati” del calcio sono tutti nelle grandi città industriali del Nord (FIAT e gli Agnelli per la Juventus, Moratti padre e figlio per l’Inter, Berlusconi per il Milan). Sono queste le squadre che più possono spendere nel “calciomercato” e che molto più spesso possono candidarsi a vincere lo “scudetto” e partecipare, e ai non remoti tempi d’oro del calcio italiano, vincere la “Champions”. Del Nord sono le grandi testate giornalistiche anche sportive (tranne il “Corriere dello Sport”), nel Nord hanno sede le maggiori catene televisive private etc. E ciò si riflette sul clima generale di esaltazione dei meriti delle squadre del Nord e sminuimento di quelle meridionali (mediamente, ovvio, senza generalizzazioni). Questo potere finanziario e mediatico si riflette sul peso delle squadre settentrionali nelle istituzioni calcistiche e, inevitabilmente, almeno il clima generale finisce con l’influenzare (ovviamente “talvolta” ma non proprio di rado) gli arbitraggi. Vittima spesso dei pregiudizi nel mondo reale (rectius: esterno al calcio), Napoli e i napoletani lo sono anche nel microcosmo calcistico. Se i napoletani si lamentano di un arbitraggio, ciò viene considerato sintomo del “vittimismo” dei napoletani, ma se (e accade di rado) il Napoli è favorito da dubbie interpretazioni arbitrali (vedi Napoli – Juve del campionato 2007/8, due dubbi rigori al Napoli) non vi è vittimismo da parte degli avversari ma semplici “giuste recriminazioni”. Il tutto senza soffermarsi sulla ferita ancora aperta dalla descrizione completamente falsata in tutti gli aspetti degli incidenti nella finalissima di Coppa Italia data, grazie ai più che inutili, deleteri e privi di professionalità giornalisti RAI, le cui fantasiose ricostruzioni permisero a (quasi) tutti i media di far passare i napoletani da vittime (addirittura un morto in un agguato) a istigatori di incidenti pilotati da fantomatici camorristi. Ma si sa, Napoli e la malavita fanno colore, fanno audience! E ancora i cori del tipo “Vesuvio lavali col fuoco”, spesso poco o nulla sanzionati, o, almeno non adeguatamente sanzionati, dagli organi sportivi preposti.  Giustamente Maradona, nel bel film – biografia dedicatogli dal grande regista Emir Kusturica, rivendica il grande valore psicologico del 6 -1 inflitto alla Juventus nella supercoppa vinta negli anno d’oro, perché il giovane argentino, proveniente dalle “villas miserias” delle periferie di Buenos Aires, abitate da tanti “tanos” di origine italiana, si era facilmente identificato coi napoletani e con Napoli. E ancora giustamente l’ex centravanti partenopeo Careca ha ricordato che, data la situazione generale, uno scudetto vinto dal Napoli vale 10 campionati vinti da Juve, Inter o Milan!
Tutto questo ovviamente non c’è nel libro che si ferma al 1998. Ma traspare sia dall’introduzione sia dai continui colloqui che ho avuto e ho con l’autore; ed è contenuto implicitamente nell’identificazione Napoli città – Napoli squadra! Nell’arco di tempo considerato vi sono anche  partite giocate in B, perché chi ama il Napoli lo segue anche quando retrocede e il nostro autore, dopo il 1998, lo ha seguito anche dopo il fallimento della società e negli anni del purgatorio della “C1” oltre, ovviamente, a seguirlo oggi.
Mi rendo conto di avere a questo punto parlato poco delle singole partite e dei singoli calciatori descritti da Roberto De Angelis. Ma non vorrei togliervi il gusto di scoprirlo leggendo il libro; vi assicuro però che trattasi di un testo chiaro e ben scritto e con la chiarezza di chi ha preso la maturità classica, quando era una cosa molto seria, in uno dei migliori licei napoletani e si è poi laureato in Giurisprudenza.
Il libro ha venduto circa settanta copie nel momento in cui scrivo. Vi spiego perché sono tutt’altro che poche. L’editoria italiana, per ragioni economiche, ha ormai rinunciato pressoché del tutto a ogni attività di “scouting”. Dal punto di vista degli editori non si può dar loro completamente torto. I lettori di professione, addetti ai numerosi manoscritti inviati, hanno un costo. La sponsorizzazione di un autore non noto al pubblico ancora di più. Meglio ripiegare sui libri di cucina o scritti da attori, imprenditori, calciatori, allenatori famosi e quindi capaci di attrarre la curiosità del sempre più esiguo numero di lettori di libri (“scritti, si fa per dire, sono in realtà redatti da “ghost riders” spesso bravi quanto malpagati). Vi è poi la concorrenza dei libri acquistabili come “gadget” in edicola in uno a giornali o riviste, e quella spietata degli “ebooks” (vi siete avveduti di quante librerie hanno chiuso?). Il libro inoltre, pur scritto da un cittadino elettivo di Pozzuoli, non ha goduto di alcuna sponsorizzazione da parte di notabili locali. In questa situazione data, parafrasando Careca, diremmo che le 70 copie vendute dal nostro Roberto De Angelis equivalgono a qualche migliaio di copie in diverso contesto spaziale e temporale. Ci permettiamo di consigliare Roberto di editare il libro anche in formato “ebook” perché, ci piaccia o meno, è questa la nuova frontiera per i vecchi, cari libri stampati.

Roberto de Angelis – Le Partite nel Cuore – LEGMA Edizioni

martedì 29 settembre 2015

… EPPURE NON MANCANO A POZZUOLI EVENTI POSITIVI … IL “PREMIO CIVITAS”.



      La sera di domenica 4 ottobre, presso il cd. Tempio di Serapide, sarà celebrata la XIX edizione del “PREMIO CIVITAS”. Qualcuno, dando soverchia importanza alla modesta persona che è il sottoscritto, blatera che chi scrive è capace solo di criticare e non vede le tante cose buone realizzate “in” e “per” questa città. E’ invece col cuore gonfio di orgoglio che dico che qualcosa di positivo, di molto positivo, si riesce a realizzare anche in questi magnifici e, per molti versi sfortunati, lidi.   
Qualche settimana fa, presso lo stadio di Antonino Pio, un’associazione privata locale (Malazé) ha organizzato una replica di “Memorie di Adriano” testo interpretato dal grande Albertazzi   e basato sul celeberrimo romanzo omonimo della Yourcenar e, giustamente, considerato un “ritorno a casa” del grande imperatore che morì a Baia e cui Antonino Pio dedicò lo stadio.
Domenica invece, nella splendida cornice del “macellum”, vera e propria icona di Pozzuoli e, ahimè, del bradisismo, sarà consegnato il “Premio Civitas” (produttore ne è, come sempre, il nostro Paolo Lubrano). Come è noto il premio viene consegnato a puteolani o campani o a personaggi che abbiano avuto una qualche relazione con la nostra città e che, essendo  noti a livello sia nazionale che internazionale, possono grazie al premio, trasformarsi in una sorta di ambasciatori di Pozzuoli e dei Campi Flegrei nel mondo. 
Il premio quest’anno sarà consegnato a:
  • ·        Samantha Cristoforetti, l’astronauta che è stata la donna che, in assoluto, è stata per maggior tempo nello spazio. Ha frequentato l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli e ha conseguito uno dei suoi vari titoli accademici presso la Federico II;
  • ·        Al regista Giuseppe Gaudino, puteolano doc come ci ricorda il cognome, già autore di un film ambientato a Pozzuoli (il bellissimo “Giro di luna tra terre e mare”) nonché regista di un film che sta riscuotendo notevole successo nella sale cinematografiche in questi giorni, “Per amor vostro” e la cui interprete femminile, la bravissima Valeria Golino, è stata insignita della “Coppa Volpi” al Festival del cinema di Venezia quale migliore attrice protagonista (Servizi e interviste su questo film ho inviato ai miei contatti fb condividendo gli appositi articoli di “Altritaliani.net”, il sito italo-francese diretto dal nostro ex concittadino Nicola Guarino). Come molti sapranno Gaudino ha partecipato a molti ltri festival internazionali con le sue opere;
  • ·        All’irpino-belga-francocanadese Franco Dragone, direttore teatrale di origini campane noto in tutto il mondo per il “Cirque du Soleil” che è parte importante ma non esaustiva delle sue importanti operazioni culturali. E che non ha dimenticato Cairano, il piccolo paese dell’avellinese (terra cara per motivi familiari a chi scrive) in cui è nato organizzando l’antologia di racconti di autori vari "Cairano. Relazioni felicitanti" poi pubblicati su “Il Mattino”.



Anche nella scelta dell’autore dell’opera che sarà data come premio, Paolo Lubrano è stato molto oculato. Si tratta dell’artista Lello Lopez, cioè di un artista della nostra città ma la cui opera trascende gli angusti confini flegrei. Potrà piacere o non piacere l’arte moderna, potrà piacere o non piacere l’arte di Lello Lopez ma, signori, qui non si tratta del solito artigiano locale che dipinge, più o meno bene, paesaggi locali di oggi o di ieri, tutti dignitosi, certo, e che comunque adornano le pareti delle nostre case, la mia per prima, perché comunque ricordano la nostra cara terra. Qui si tratta di un vero artista (e che, ricordiamo, è tra l’altro è l’autore del monumento alle vittime di Monteforte Irpino all’ex largo Palazzine)!

Nell’ambito della manifestazione relativa al “Premio Civitas”, grazie alla cooperazione con lo “Istituto di Cultura Russa Lermontov”, sarà ospitata anche la IV edizione del “Premio Lermontov”, istituito dalla “Fondazione Lermontov” e che sarà assegnato quest’anno al Teatro San Carlo ovviamente presente con la sua orchestra. Grazie a questa collaborazione, l’intera manifestazione sarà ripresa da due network molto diffusi in Russia e in tutti i numerosi paesi in cui sono presenti comunità russofone (la WARP – World Association Russian Press e lo RBN (Russian Broadcasting Network). Dunque, cosa importantissima, le nostre ricchezze paesaggistiche e culturali avranno una ulteriore eco internazionale nei paesi russofoni. Qui è da fare una necessaria precisazione. Ho degli amici in Russia, ho avuto un caro amico russo, coltissimo, divenuto cittadino italiano e prematuramente scomparso. So che il mondo di lingua russa è altamente alfabetizzato (uno dei pochi meriti dell’estinto regime sovietico), amante della letteratura, della musica e dell’Arte, tra le straniere soprattutto amano quelle italiane e francesi. Tutto il contrario del messaggio superficiale che lasciano passare i film commerciali hollywoodiani dove quasi mai manca il personaggio del mafioso russo (come di quello italiano ieri) esaltando solo uno dei tantissimi aspetti della complessa realtà russa. Dunque la doppia cerimonia del “Premio Civitas” e del “Premio Lermontov” sarà vista da diversi milioni di russofoni, cioè di una comunità emergente e affamata di bellezze culturali anche italiane; non può non essere evidente il vantaggio diretto e, ancor più, indiretto, che ne potrebbe derivare per la nostra città!

Infine, da notizie in mio possesso (preciso che, non essendo un giornalista non ho accesso a fonti di prima mano) sarà realizzato per l’occasione un sistema di illuminazione bellissimo che valorizzerà vieppiù esteticamente il “Tempio di Serapide” e che esso rimarrà a servizio del monumento e quindi della città. Una ulteriore buona notizia! … e riconosciamo i meriti di Paolo Lubrano in particolare e dell’iniziativa privata in generale … nella speranza che per il futuro gli enti locali e quelli periferici dello stato centrale diano un più robusto aiuto!  

P.S. Speriamo in un progressivo allargarsi di consensi intorno alla richiesta (fatta dalle associazioni di Ciro e Giovanna Di Francia) di recuperare agli spettacoli anche l’Anfiteatro Flavio. Non ho molta competenza, ma non mi sembra versare in condizioni disastrose e tali da richiedere incredibili sforzi. Già per brevissimo tempo, nel 1983, il monumento divenne arena estiva del San Carlo, poi l’acuirsi del bradisismo fermò tutto. Altrove gli enti locali avrebbero fatto di tutto per un recupero del genere!











   

martedì 22 settembre 2015

... DOVE I RESIDENTI IN UNA STRADA SONO GLI UNICI A NON POTERVI SOSTARE ...

       Egregio sig. Sindaco, mi accingo con la presente a scrivere l’ennesima, probabilmente  inutile, lettera  sull’ennesima ingiustizia di cui io e tanti altri residenti di via Rosini,  siamo vittime a seguito della cervellotica e per certi versi anche“illegittima” gestione delle strisce blu in questa zona.
       Il mese scorso, praticamente per costrizione, sono andato a ritirare il permesso di parcheggio a pagamento per i residenti. Dopo poco mi sono reso conto di aver pagato un ingiustificato balzello al Comune. Il perché glielo spiego di seguito. Sono andato, tramite il sito del comune, a vedere dove possono parcheggiare i residenti della zona “ZPRU SETTORE AZZURRO”, cui ho scoperto di appartenere (TABELLA 3.5 – PRINCIPALI STRADE DEL SETTORE AZZURRO), e, con una certa sorpresa ho scoperto quanto segue: 
11)    I residenti di via Carlo Maria Rosini sono tra i pochi a … non poter parcheggiare, nemmeno se muniti di regolare permesso, alla stessa via Rosini. Infatti per il lato dei numeri dispari e sino all’altezza del chiosco di giornali la sosta, su questo non breve tratto di via Carlo M. Rosini, è riservata ai residenti della ZTL1;
22)   La predetta tabella, erroneamente (?!) riporta che si potrebbe parcheggiare presso i numeri pari da 10 a 50. Falso! I VV. UU non fanno né sostare né fermare (sembrano anzi ignorare la differenza, prevista dal codice, tra sosta e fermata) all’altezza di questi numeri. Certo chi ha redatto materialmente la tabella ben sa che dal civico 10 al 50 non è stato mai apposto alcun divieto di sosta  ma, probabilmente, ignora che chi vi sosta viene contravvenzionato perché, essendo stata tracciata una linea di demarcazione della carreggiata,  parallela e molto prossima al marciapiede, i VV. UU. ritengono che la sosta lì sarebbe vietata – pur trattandosi di senso unico su  strada piuttosto ampia – forse (è uno degli arcani dell’Ente da Lei diretto) per intralcio (inesistente) alla circolazione. Del resto non vi sono, tra il 10 e il 50, stalli di alcun colore. Comunque sia neanche qui si può parcheggiare.(A proposito, ho fatto un po’ di ricerche e ho constatato che i giuristi del ramo ritengono che, linea o non linea di demarcazione, la carreggiata finisca col marciapiede … ma mi rendo conto che questi studiosi non hanno la competenza dei suoi “tecnici”)!
33)   Pur se non riportati in tabella, vi è un limitatissimo numero di stalli blu tra l’incrocio di via Carmine  e il civico 47, ma anche questo numero, striminzito rispetto alla popolazione residente … è in comune con la ZPRU Settore VIOLA!!! Quindi, mi scusi la terminologia un po’ volgare, o si ha il vero e proprio “colpo di mazzo” di trovare uno di questi pochissimi posti non occupati da altri residenti di queste DUE zone … o i residenti di via Rosini sono alla fine gli unici a non poter parcheggiare sulla propria strada!
44)    Fino a pochissimo tempo fa, i conoscenti mi chiedevano: “né Lù, ma tu abiti sempe ‘ncoppo o Carmine”? Da quando son nato (un decennio prima di Lei, sig. Sindaco) via Carmine e via Rosini sono sempre stati considerati un unico quartiere, quello appunto detto del “Carmine” e così anche ai tempi di mio padre e di mio nonno … ma ora sono intervenuti i mirabolanti “tecnici” del Comune di Pozzuoli e gli abitanti di via Rosini (ZPRU Settore azzurro) non possono parcheggiare a via Carmine (ZPRU Settore viola) né quelli di via Carmine a via Rosini! In compenso però i residenti di via Rosini, quelli cui è vietato parcheggiare nella strada di residenza … possono parcheggiare a Via Coste d’Agnano e via Vecchia delle Vigne, cioè a Cigliano … per fortuna la confinante città di Napoli è competenza di altro Comune altrimenti avremmo magari potuto parcheggiare presso l’ippodromo di Agnano o a Bagnoli!!! … io mica chiedo di parcheggiare sotto casa … ma neanche a due o tre kilometri!!!

Ma fin qui siamo nell’ambito delle opinioni che restano tali (anche se argomentate). Ciò che è irrazionale per me potrebbe non essere tale per Lei.  Dove invece si sconfina in oggettiva “illegittimità” da parte del Comune da Lei amministrato è nella ormai oltremodo palese, sempre più palese e priva di infingimenti, violazione dell’art. 7 co. 8 del Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 da noi, atecnici e profani, volgarmente definito “Codice della Strada”. Mi permetto qui di trascrivere la norma: “Qualora il comune … omissis … disponga l’installazione di dispositivi di durata della sosta … omissis … su parte della stessa area o su altra parte nelle IMMEDIATE vicinanze, DEVE riservare una ADEGUATA area destinata a parcheggio … omissis … senza dispositivi di controllo di durata della sosta”. Mi può far indicare da qualcuno dei suoi collaboratori in materia dove si trovano, nella zona di Via Rosini “o su altra parte nelle IMMEDIATE vicinanze” aree parcheggiabili “senza dispositivi di controllo di durata della sosta”? Il Codice è chiaro ed è leggibile da chiunque, è una legge dello Stato, fino a prova contraria, e i “tecnici” che si occupano di sosta e traffico “dovrebbero” conoscerlo. Di certo questo Comune viola questa norma e per una amministrazione che vuole fare di questa città la “città delle regole” è una palese contraddizione con i propri propositi!!!
P.S. Qualche tempo fa, durante la notte, le mie auto erano parcheggiate “legittimamente” a Via Carmine sugli stalli, all’epoca, bianchi e “senza dispositivi di controllo della durata della sosta”. Il mattino seguente venne apposta segnaletica indicante che lì la sosta era divenuta oraria. Ovviamente coloro che avevano parcheggiato la sera prima che la segnaletica fosse apposta, non essendo dotati di capacità divinatorie, non sapevano che il mattino seguente sarebbero stati passibili di contravvenzione. Ma solerti VV.UU. o ausiliari del traffico provvidero ugualmente a sanzionare le auto già precedentemente (e al momento della sosta legittimamente) in sosta, tra cui le mie (sono molto sfortunato in questi tempi, o sono multato o trovo le ruote tranciate). Sarà questa pure la “città delle regole”  … ma ora Kelsen, Ross, Olivecrona, Carnelutti, Arangio-Ruiz, Crisafulli e gli altri maestri del diritto sono avvertiti … non hanno capito nulla del Diritto quando ci hanno insegnato che questo è irretroattivo … i “tecnici” del Comune di Pozzuoli ci informano che qui le norme possono anche essere retroattive … questa, signori, è la “città delle regole”!!!


martedì 1 settembre 2015

NOTE SU UNA LETTERA INVIATA A "POZZUOLI21" DA UN RICERCATORE PUTEOLANO RES. IN GERMANIA IN RISPOSTA AD UN'INTERVISTA A UN LAVORATORE PUTEOLANO EMIGRATO IN GERMANIA

        Egregio dott. D’Isanto (anch’io reco lo stesso cognome, magari siamo anche parenti), ho letto il suo interessante intervento di cui sopra e devo dirLe, con rispetto ovviamente delle Sue opinioni, che  suscita, da parte mia, non poche perplessità. Anzitutto, per meglio comprendere, sono andato a rileggere l’intervento del sig. Visone e nel farlo mi sono reso conto che le Sue note sono caratterizzate in  parte da una risposta, quasi punto per punto, allo stesso ma contengono anche  considerazioni di carattere generale di cui condivido solo alcune. Lei e il sig. Visone siete entrambi dei puteolani che vivono  da qualche anno in Germania e che qui tornano d’estate. Le esperienze messe a confronto sono pertanto del tutto simili (anche se ben diversi sono i motivi alla base del trasferimento) come pure i vostri giudizi, lusinghieri per le città tedesche, e che,a parte qualche differenza sul sistema di pagamento nei parcheggi, non mi sembra che differiscano molto! (Mi sono permesso, circa il piccolo particolare dei parcheggi, di inviare ad un mio amico, che vive da oltre trenta anni a Dusseldorf, un messaggio per chiarirmi anche questo secondario aspetto, ma non so se la risposta arriverà prima che finisca questo mio commento). Veniamo ai motivi di dissenso. Cosa significa che in Germania “la politica viene lasciata lavorare e tutti contribuiscono, nel loro piccolo, al bene comune”? Che gli amministratori non possono essere criticati? E allora a cosa serve l’opinione pubblica? E la libera critica non fa parte della democrazia? Interessarsi alle decisioni che, volta per volta, incidono sulla vivibilità di una città, interessarsi di come viene amministrata la “res publica” sarebbe un atto quasi incivile? Non so in Germania (ci sono stato tre volte, ma da turista) ma altrove in Occidente non ci si limita al voto, che poi viene dato all’esame di fatti e di  opinioni espressi ben prima e che contribuiscono alla valutazione “poi” espressa col voto (quindi non unicamente “al momento del voto si esprime il proprio giudizio” come da Lei testualmente affermato)! Altrove la stampa critica liberamente, le categorie manifestano liberamente, i sindacati lo stesso, si fanno petizioni e manifestazioni anche se  poi alla fine si vota. Lei ha detto di appartenere a SEL ma la sua concezione della democrazia ricorda, a me che sono un po’ più attempato di Lei, quella limitativa, anche se legittima, dei liberal-conservatori alla Malagodi! Lei poi, come anche Visone, riconosce che la questione dei mezzi pubblici non riguarda il comune e che in Germania i mezzi pubblici funzionano molto bene. Poiché i paragoni si fanno correttamente tra situazioni omogenee, una ZTL in un paese come la Germania, dove al ristorante si può comodamente pervenire coi mezzi pubblici (che non si ritirano per giunta alle 10,00 di sera come le nostre metro e cumane) e una ZTL a Pozzuoli comportano conseguenze, per ristoratori e cittadini, ben diverse! E dico questo senza entrare nel “merito” delle proteste (non sempre giuste secondo un mio “soggettivo” parere); ma indiscutibile è la “legittimità” delle proteste di una categoria che vive di questo e, in una zona deindustrializzata, dà da vivere a tanti! Lei poi è scusato sulla questione dei paletti perché negli ultimi tempi ha vissuto in Germania. Ma la polemica sugli stessi riguardava unicamente “alcuni” paletti, apposti in un secondo momento, che impedivano il senso circolatorio intorno a una rotonda (che dovrebbe essere creata per facilitare la circolazione), cosa ritenuta, a torto o a ragione, limitante l’accesso di mezzi di soccorso pubblici quali autoambulanze o mezzi dei Vigili del fuoco etc., e nulla aveva a che fare con l’accesso alla ZTL (vi sono per questo varchi dotati di fotocamere) o l’andare contro mano o altre inciviltà simili! Lei poi afferma che il “succo” del Suo pensiero è che “prima di criticare la <politica>” dovremmo fare “tutti un po’ di sana autocritica”. Sono d’accordo su quel “tutti”, cioè comprendendo e non escludendo l’Amministrazione (che Lei, ancora una volta riduttivamente definisce come la “politica” mentre, tra l’altro, anche la critica dell’Amministrazione è – latu sensu – politica). L’Amministrazione ha non pochi difetti infatti, anche se non appaiono “ictu oculi” a chi viene saltuariamente in questa città! Ne cito solo alcuni:
1)    Il Codice della Strada calpestato impunemente; cito solo esemplificativamente e non esaustivamente l’art 7 co. 8 C.d.S., cioè una legge ordinaria dello Stato che prevede una “adeguata” proporzione tra stalli “completamente” liberi, sia da oneri economici sia orari, e stalli a pagamento nella stessa strada o, se non possibile, in strade adiacenti (vedere – sempre solo per un esempio tra i tanti – la zona di via Carmine- via Rosini) e, a tal fine, Le domando: “gli enti pubblici calpestano le leggi in Germania”? E ancora Le chiedo: “quella che Lei chiama la “politica”, in questo caso, calpestando cioè le leggi, che esempio dà ai cittadini”? ;
2)    L’aver lasciato andar via, pur essendo stata aperta la possibilità contraria dalla normativa vigente,  l’ufficio del Giudice di Pace, cioè un presidio di legalità, da Pozzuoli è un atto che ha favorito la vivibilità della città? E l’aver messo nero su bianco, nel programma elettorale di centro-sinistra, il suo permanere in questa città per poi fare un “revirement” di 180 gradi è un atto edificante e democratico da parte di quella che Lei chiama “la politica” e io semplicmente “questa amministrazione”? Legga per favore la pag. 4 del programma elettorale del centro-sinistra per le elezioni locali del 2012, io non solo lo ho letto ma ho contribuito a scriverlo … e mi sento preso due volte per i fondelli, come altrove ho già scritto, la prima come elettore e la seconda come co-stilatore del suddetto programma. In Germania i programmi elettorali fanno questa fine?;
3)    Più volte, da un cittadino in particolare, ma col consenso di molti, sono stati chiesti chiarimenti sulla tenuta dell’Albo Pretorio circa numeri pretermessi, atti incompleti, allegati aggiunti a mano e/o sintetici etc.. L’Albo Pretorio, come sicuramente Lei ben sa, è quell’albo sul quale devono essere indicati, in ordine cronologico, messi on line a disposizione di tutti, TUTTI gli atti di rilievo dell’Ente Locale (appalti, concessioni edilizie, atti onerosi etc. etc.) e ciò sia per le varie norme sulla trasparenza sia per direttive cogenti dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione). Perché “la politica” non risponde? Perché è illegittimamente, su cose tanto importanti, opaca?
4)    Il sig. Visone, nella sua semplicità e sincerità, aveva posto delle domande sul mercato di via Fasano, un’opera costosissima che qualche tecnico ritiene fatta male e pure di dubbia conformità alle norme vigenti. Perché la “politica” non risponde?
5)    Porsi domande come quella dei punti 1), 2,) 3) e 4) (ma tante altre sono state fatte e ci sarebbero da fare), porre domande cioè precise e su fatti precisi (e senza risposte) è proprio sicuro che siano “populismo” o “qualunquismo”? Io sapevo (ma, pur laureato col massimo dei voti in Scienze Politiche, potrei essere ignorante in materia) che populismo e qualunquismo fossero termini per indicare semplificazione dei problemi e per proporre soluzioni generiche e facili a situazioni complesse. Qui invece sono state poste domande precise che richiedono risposte precise!
Io non ho il piacere di conoscere di persona né Lei né il sig. Visone ma ho una istintiva empatia nei confronti di chi si reca all’estero per fare ricerca o per guadagnarsi il pane. Proprio per l’istintiva simpatia mi permetto di farLe notare che è ovvio che una persona semplice come Visone usi termini semplici e meno puntuali di quelli di una persona molto più acculturata come Lei. Ma mi sembra che nel dire “basta con il fumo negli occhi” non abbia certo fatto del qualunquismo – populismo ma, senza volerlo, di avere detto ciò che più letterariamente Tomasi di Lampedusa  fa dire a Tancredi prima e al Principe di Salina poi ne “Il Gattopardo”: “bisogna cambiare molte cose perché nulla cambi”. Un turista vede forse una città un po’ trasformata (mica tanto) in superficie ma chi la vive …
Cordiali saluti
Lucio D'Isanto


lunedì 3 agosto 2015

luciferoflegreo: SCRITTA LA PAROLA “FINE” ALLA STORIA DEGLI UFFICI ...

luciferoflegreo: SCRITTA LA PAROLA “FINE” ALLA STORIA DEGLI UFFICI ...:              In questi giorni, come molti sapranno, Pozzuoli e i Campi Flegrei hanno perso anche l’ultima possibilità di poter mantenere ...

SCRITTA LA PAROLA “FINE” ALLA STORIA DEGLI UFFICI GIUDIZIARI PUTEOLANI, LUNGA ALMENO 21 SECOLI!


             In questi giorni, come molti sapranno, Pozzuoli e i Campi Flegrei hanno perso anche l’ultima possibilità di poter mantenere sul territorio almeno l’Ufficio del Giudice di Pace. Scompare così, nella sedicente “città dei diritti”, un ulteriore e importante presidio di legalità; va via da Pozzuoli anche l’ultimo ufficio giudiziario  superstite. E’ per la prima volta dopo 21 secoli che non siamo più sede di  un luogo ove si amministri la giustizia.  Viviamo un momento storico (in negativo)! 
Nella lunga monografia “Pouzzoles antique”, lo studioso francese Charles Dubois rammenta a pag. 26 che “ … La faculté, pour une ville, de dater ses actes publics par les noms de ses magistrats, fut plus tard un privilège universellement répandu, en 105  il devait  être encore assez rare et Pouzzoles le possédait … » (La facoltà, per una città, di datare i suoi atti pubblici con i nomi dei suoi magistrati, fu più tardi un privilegio universalmente diffuso, nel 105 (A. C.) doveva essere ancora abbastanza raro e Pozzuoli lo possedeva). (C. Dubois, Pouzzoles antique, Paris, 1907) . Gli studiosi dunque datano, per inferenza, l’esistenza di un’autonoma giurisdizione per l’antica Pozzuoli almeno dal 105 A. C., cioè da ben 2120 anni ! Vi erano i «duumviri »  e un « collegio duumvirale » del quale facevano parte i duumviri anziani, e vi erano i « censori » !

Per il medioevo e l’età moderna ecco brevi note sintetizzate dalla “Storia di Pozzuoli e dei Campi flegrei” di Raimondo Annecchino (Pozzuoli, 1961) nel libro di Claudio e Lucio D’Isanto sui “Privilegi della città di Pozzuoli in età vicereale” (2011). (Le parti virgolettate riportano le parole testuali di Annecchino):  “I giudici si dividevano in  due categorie: iudices ad contractus tantum, che assistevano alla stipulazione dei contratti pubblici o privati, rogati dal notaio, e li sottoscrivevano per legalizzarli; e giudici ad contractus, che avevano anche la facoltà di amministrare la giustizia. Quantunque si ritenesse indispensabile che i giudici ad contractus non solo sapessero scrivere, ma che avessero pure un’infarinatura di cognizioni legali” non di rado ci si imbatte in qualche atto puteolano dell’epoca non firmato dallo iudex ad contractus perché scribere niescens o, come oggi diciamo, analfabeta.
Nelle terre demaniali non potevano esservi più di tre giudici e sei notai. Facevano eccezione solo Napoli, Salerno e Capua che avevano cinque giudici ed otto notai. Il numero variava in relazione alla popolazione ed all’importanza della città. A Pozzuoli venivano eletti due giudici. Se mancava il notaio, il giudice nominava uno scrivano mentre un notaio pubblico poteva sostituire il giudice. Non mancavano iudices ad contractus a vita.
I baiuli, infine, giudicavano cause civili e penali di lieve entità che non comportassero pene corporali o condanne superiori ad un’oncia. Avevano inoltre il compito di vigilare sull’osservanza delle assise e sul peso e sulle misure dei venditori, l’obbligo del servizio di polizia urbana che andava dall’arresto di colpevoli colti in flagranza di reato all’esigere diritti di dogana. Spesso, come del resto in tutti i domini spagnoli, il loro operare assumeva carattere vessatorio.       La bagliva o curia dei baiuli era costituita anche da un assessore e da un notaio.
SUCCESSIVAMENTE, dopo i periodi vicereali (spagnolo e breve periodo austriaco) a seguito dei governi illuministi di Carlo III e successiva reggenza Tanucci e – soprattutto – del periodo napoleonico (Giuseppe Bonaparte e Murat) nacque la Pretura più o meno così come la abbiamo conosciuta fino al 1989. Le vicende successive sono sufficientemente note anche ai non addetti ai lavori. La Pretura nel 1989 divenne “sezione distaccata di Pozzuoli” prima della “Pretura Circondariale di Napoli” e poi del “Tribunale di Napoli” ma l’ufficio rimaneva fortemente radicato sul territorio. Inoltre, nel 1995, nasceva l’autonomo “Ufficio del Giudice di Pace di Pozzuoli”, uno, tra quelli delle città non capoluogo di provincia, dei più grandi d’Italia per affari trattati ed un autonomo e minuscolo Ufficio del GdP di Procida.  (Dunque una lunga storia, dai tratti anche talvolta duri, come sempre talvolta la storia presenta, ma sempre meglio avere avuto delle strutture giudiziarie che non averne avute affatto)!
A questo punto subentra, nel quadro della cosiddetta “spending rewiew” (governo Monti) il Decreto Legge n. 138 del 13/08/2011 poi convertito in legge il 14/09/2011 con legge 148, legge-delega “per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari”. Di fatto, con l’eccezione degli uffici aventi sede nei capoluoghi di provincia o nei capoluoghi di circondario (sedi di tribunali centrali) venivano soppressi, con la suddetta normativa, quasi tutte le sezioni distaccate e tutti gli altri uffici del giudice di pace, compresi entrambi gli uffici puteolani, con delle eccezioni e scappatoie previsti dalle norme stesse. (La questione era leggermente più complessa ma semplifico per ragioni di comprensibilità).
Dunque giungiamo alle elezioni comunali del 2012. Nel mentre si svolgeva la campagna elettorale, tra le pieghe delle varie disposizioni attuative sopraggiunte si intravvedeva la possibilità che entrambi gli uffici potessero, in astratto, essere trattenuti a Pozzuoli. In quel momento storico sembrava che maggiori possibilità vi fossero per la permanenza del Tribunale anzi per la possibilità di un Tribunale autonomo. Qui sono un testimone personale degli eventi. Feci parte, insieme a Lucia Fattore, per l’ IdV, della commissione che doveva stilare il programma elettorale per il centrosinistra. Fui parte attiva nella parte che riguardava gli uffici giudiziari. Ricordo che Elio Buono stilava di persona con la nostra collaborazione e traduceva, in quel po’ di politichese necessario, le mie proposte circa il Tribunale (il cui mantenimento sembrava – per motivi che sarebbe lungo dire – al momento più fattibile di quello del GdP). A pag. 4 del programma si legge: “E’ indispensabile ridare al Tribunale di Pozzuoli la sua piena efficienza, fornendogli una sede adeguata e fruibile a Monterusciello, dove rappresenterebbe anche un presidio di legalità e l’opportunità di un indotto economico. A tal fine, occorre predisporre gli atti per eliminare dal bando di alienazione il Centro commerciale di Monterusciello e, quindi, incaricare l’UTC di quantificare le somme per i lavori di adeguamento a nuova sede del Tribunale”.
Eventi successivi resero difficile la permanenza del Tribunale a Pozzuoli ma la sorte volle che si realizzasse una inaspettata riapertura dei termini per l’Ufficio del Giudice di Pace di Pozzuoli sia pure senza oneri per lo Stato centrale. Ebbene, l’amministrazione locale e quella degli altri tre comuni del mandamento (oltre Pozzuoli: Quarto, Bacoli e Monte di Procida) dopo le prime promesse fatte sia ai rappresentanti del foro sia a quelle dei gg.pp, tra le quali il reperimento di una sede già di proprietà del comune, con atteggiamenti dilatori e scuse circa le (non altissime) spese nonché rimpalli di responsabilità, nulla ha fatto per mantenere almeno quest’ultimo presidio di legalità sul territorio. Io personalmente mi sono sentito preso in giro due volte: la prima come elettore del centrosinistra e la seconda come co-stilatore del programma elettorale di centrosinistra. Vero è che anche gli altri predetti comuni dovevano accollarsi parte delle spese (sempre non altissime) ma, da sempre l’onore e l’onere maggiore è ricaduto sul comune capoluogo del mandamento in cui l’Ufficio giudiziario ha la sede! I programmi elettorali sono dunque solo una formalità burocratica da adempiere? Servono solo ad imbrattare carta e, al più, a spostare qualche voto? Ci rispondano i signori amministratori (non siamo ottimisti sul punto)!
Il risultato comunque alla fine è questo: dopo 2120 anni di storia Pozzuoli non è più sede di un ufficio giudiziario. Ciò che non hanno potuto fare invasioni, cataclismi, dominazioni straniere etc. ha potuto invece ottenere questa amministrazione! Anche questo è un modo per passare (in negativo) alla storia!



domenica 12 luglio 2015

"SINERGIA" e INCIVILTA'

          Quando, ormai purtroppo alcuni decenni fa, ero studente post-universitario presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, il professore di Macroeconomia ci fece leggere e commentare l’articolo di un economista su non ricordo più quale giornale. All’improvviso comparve una parola, all’epoca ancora molto poco usata, “sinergia”. Studenti provenienti per due terzi dal liceo classico ne capimmo il significato di chiara origine greca, come quella di tante altre parole in uso in tutte le lingue di quell’Europa  che vorrebbe bandire la Grecia stessa dal proprio consesso. E’ il composto di “syn” (“con”, “insieme”) ed “ergo” (“operare”, “lavorare”) quindi = a lavorare insieme, cooperare, collaborare. “Non vi preoccupate – disse l’economista – l’autore ha inteso servirsi di un linguaggio un po’ pomposo”. Da allora, grazie al potere persuasivo dei media, il vocabolo è divenuto in poco tempo di uso comune, addirittura se ne fa un uso inflazionato ed è giunto persino nel vocabolario di autore misterioso in uso presso il Comune di Pozzuoli.
Di recente Danilo Pontillo, sollecitato da un commerciante giustamente sdegnato, dalle pagine di “Pozzuoli21”, ha denunciato il caso di diversi sacchetti a perdere, poi pure apertisi, abbandonati in pieno giorno nella piazza principale della nostra città.  Dopo aver giustamente stigmatizzato i numerosi incivili che vivono nella nostra città (ancora molti ma in numero costantemente decrescente e certo non maggioritario, sempre comunque troppi),  ha invitato il sindaco, giustamente, alla doverosa attività repressiva ma ha anche posto la domanda, essendo stata l’immondizia abbandonata per diverso tempo: … “com’è che chi aveva il compito di rimuoverla (l’immondizia) non l’ha portata via? Da lì la “De Vizia” non passa? E’ zona franca? E’ territorio neutrale come la Svizzera”? Ecco Signor Sindaco il succo del problema! E’ necessaria una “sinergia”, parola che Lei spesso usa (sono divenuto un Suo attento esegeta) e che ben s’attaglia a casi come questo! Casi non isolati, perché su “Pozzuoli denuncia” almeno una frequentatrice della pagina ha lamentato una situazione simile. Per limitare casi come questi sarebbe infatti necessario:
·        Reprimere con i mezzi legalmente concessi i comportamenti incivili;
·        Denunciare certamente l’esistenza di molti incivili nella nostra città;
·        Ma anche rimuovere, da parte di chi è preposto, l’immondizia abbandonata. E se chi a ciò è preposto è un privato (lautamente pagato dalla collettività) controllare questo privato affinché faccia quel che deve!
SINERGICAMENTE!
L’attività incivile di alcuni cittadini, da Lei spesso denunciata (ma con semplificante generalizzazione) non deve e non può costituire un alibi! E’ necessario condannare i reprobi, moralmente e materialmente, è necessario che i buoni cittadini isolino e condannino gli incivili, ma ciò non esime l’amministrazione dal rimuovere il prodotto delle loro malefatte né dal controllare chi a tale rimozione è addetto! Anche nel più civile dei paesi c’è qualche incivile, altrimenti non si spiegherebbe perché tutti gli ordinamenti, anche dei paesi più avanzati, prevedano sanzioni! Faccio un piccolo esempio. Certamente un buon cittadino non deve buttare cartacce o cicche per terra ma ciò non esime chi di dovere di apporre dei cestini per strada, di farli periodicamente svuotare (cosa che da noi viene “quasi” sempre fatta) e di sanzionare, oltre agli automobilisti (vero sigg.ri VV. UU?) anche chi butta i bicchieri di plastica per strada!  Senza l’alibi dell’inciviltà altrui ma in “sinergia con la parte migliore della cittadinanza!
 




domenica 28 giugno 2015

IL SINDACO, IL PIE’ VELOCE ACHILLE E … NAPOLEONE (ovvero noterelle in margine al consiglio comunale del 26 giugno 2015)

IL SINDACO, IL PIE’ VELOCE ACHILLE E … NAPOLEONE
(ovvero noterelle in margine al consiglio comunale del 26 giugno 2015)
          Stanotte ho deciso (lo faccio da un po’ di tempo) di rubare qualche ora al sonno e di sottopormi al notevole sacrificio personale di ascoltare su youtube il chilometrico consiglio comunale dello scorso venerdì 26 c.m. Gli argomenti all’ordine del giorno erano di grande interesse per il sottoscritto che, a torto o a ragione, si sente vessato fin nel quotidiano vivere da decisioni di questa amministrazione comunale che ritiene arbitrarie e cervellotiche. Il primo argomento all’ordine del giorno riguardava le strisce bleu che ormai adornano tutte le strade di questa città in maniera tanto massiccia da costituirne una caratteristica fondamentale. Ormai, se Parigi è “La ville lumière”e Praga “la città d’oro”, possiamo invece definire Pozzuoli, parafrasando Gershwin, “La città in blu”; suggeriamo questo titolo ai nostri esìmi amministratori, chissà, potrebbe magari costituire uno slogan per attrarre turisti!
Confesso di non aver seguito il secondo punto all’ordine del giorno, dopo oltre cinque ore ero esausto! Sul primo punto il consiglio è stato interessante, la discussione talvolta appassionata e addirittura fin troppo calda, ma il momento clou, come succede ormai spesso, è stato per me rappresentato dalla replica del Sindaco. Il primo cittadino ha reiterato l’affermazione, già affidata ad un comunicato stampa di qualche tempo fa e che mi ero illuso e avevo persino sperato appartenere ad un addetto stampa di rigorosa formazione Kantiana. Come ha postato immediatamente in diretta Danilo Pontillo, ovviamente presente e cui non è sfuggita l’importanza della riaffermazione convinta del sindaco, la frase è questa: “…Questa è una città che non vuole le regole, vuole l'anarchia. Ognuno fa da sè..." per cui si ribella a chi, come questa Amministrazione, tali regole vuole imporre.
DUNQUE NON AVEVO SBAGLIATO, IN PRECEDENTI MIEI MODESTI INTERVENTI, A CAPIRE; I PUTEOLANI, PER IL SINDACO, SONO INCIVILI E LUI SI SENTE INVESTITO DEL MANDATO DI FAR LORO APPRENDERE A RISPETTARE LE REGOLE, CIOÈ DI CIVILIZZARLI! Le truppe cammellate e i “bravi” del sindaco che, in diverse pagine di Facebook, nei loro commenti hanno messo in dubbio esserci mai stata una affermazione del genere sono dunque serviti!
A questo punto una domanda mi sorge spontanea. Gli stalli bleu, come notato a onor del vero da taluni consiglieri, in dispregio di una specifica norma del Codice della Strada (art. 7 co. 8), sono in numero spropositato rispetto a quelli bianchi, e questo indipendentemente da ogni spiegazione dietrologica, pur accennata in consiglio e che chi scrive non è in grado di giudicare; numerosi stalli bleu sono nelle curve, altri in prossimità di ingressi e di segnali di stop; tutti questi (mancati) accorgimenti non sono raccomandati da cittadini petulanti ma dal codice stradale cioè da una legge ordinaria dello stato, e questo è un fatto e non un’opinione! Fatta questa precisazione come può – da un punto di vista logico – conciliarsi la pretesa che i cittadini rispettino le regole quando l’amministrazione per prima le calpesta? Non sono regole quelle dettate da leggi dello Stato? Un cittadino ignaro del C.d.S. non potrebbe essere indotto dai predetti comportamenti del Comune a pensare che sia lecito parcheggiare in curva o in prossimità di incroci o che possano essere apposte strisce bleu a completo arbitrio di chi amministra? E, ancora, come possono degli incivili aver votato in gran copia (e io tra di essi) persone che invece vorrebbero finalmente imporre delle regole? E le “regole” possono essere, legge dello Stato alla mano, illegittime e pertanto “irregolari”? Ci spieghi, signor Sindaco, questi palesi ossimori!
Tutti coloro che hanno studiato al liceo classico o scientifico, alle magistrali o in altro tipo di scuola un po’ di filosofia, si sono imbattuti nel famoso paradosso di Achille, detto “il pié veloce”, che gareggia in corsa con la proverbialmente lenta tartaruga, cui è stato concesso doverosamente un certo margine di vantaggio. Secondo Zenone di Elea (alias Velia, oggi in provincia di Salerno, rimaniamo dunque in Campania) il velocissimo Achille non raggiungerà mai la tartaruga. Lei dunque sig. Sindaco è un grande filosofo! Al paradosso di Zenone su Achille che non riesce a raggiungere la tartaruga Lei  aggiunge il paradosso delle “regole irregolari” e degli elettori incivili che eleggono quali propri rappresentanti chi li vuole civilizzare!  

Ma torniamo al consiglio comunale di cui sopra. Replicando a certe allusioni di un consigliere circa un paio di episodi specifici in cui si sarebbe verificata una carenza di trattamento uguale per tutti nell’attività di repressione degli “anarchici” comportamenti di cittadini e cioè di aver utilizzato in determinati casi due pesi e due misure rispetto ai cittadini normali (non entro nel merito perché non conosco i fatti specifici), il Sindaco ha risposto, in maniera poco simpatica e come correttamente riportato da Pozzuoli21, invitandolo: “ad azionare il cervello prima di venire a dire certe cose” (non tutti hanno le sue capacità intellettive, sig. Sindaco) perché, se “investito ufficialmente” di certe questioni dovrebbe chiudere un paio di attività e poi dire che è colpa del consigliere X (quello che ha denunciato i fatti). Sulla scarsa responsabilità di questa risposta, gravissima per la carica istituzionale da cui proviene, nulla avrei da aggiungere a quanto commentato da Pozzuoli21. Ma, ancora, ci spieghi il signor Sindaco come è possibile imporre regole … ma solo se “investito ufficialmente”; ma le regole non dovrebbero essere le stesse per tutti, sia che  sia investito ufficialmente, sia ufficiosamente o se non sia investito affatto del problema? E se non è a conoscenza dei fatti, qualora risultassero veri, quali iniziative dovrebbero essere prese nei confronti dei vigili che impongono il rispetto delle regole … ma non per tutti?
In calce al resoconto di Pozzuoli21, l’arch. Grande ha posto un commento che mi consento di riportare: “Sarei curioso di conoscere l'esatta definizione di essere <investito ufficialmente del problema>. Sono almeno due anni che denuncio, per iscritto e con firma, le numerose manchevolezze dell'amministrazione, eppure non è mai pervenuta una pur minima risposta. Cosa deve pensare la Cittadinanza”? L’arch. Domenico grande è un fedele lettore degli atti dell’amministrazione che in base a cogenti direttive dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) “devono” essere pubblicati on line. Il predetto professionista ha più volte notato qualche omissione, qualche allegato generico o appuntato a mano o mancante etc. Insomma ci sarebbe a suo dire una certa opacità più che trasparenza. Lo ha scritto ma alcuna risposta gli (ci) è mai pervenuta. Se la trasparenza è stata imposta è perché il cittadino possa controllare l’attività del suo comune, come è suo DIRITTO! Una risposta dall’amministrazione ai quesiti posti non sarebbe dovuta? Magari dei chiarimenti fugherebbero errati sospetti. Invece l’amministrazione tace e non chiarisce, rendendo opaca la trasparenza (visto che gli ossimori piacciono tanto …). Signor Sindaco, secondo Lei, questo è rispetto delle regole?
Infine due ultime note. Il Sindaco ha detto, sempre nel consiglio del 26/06 c.m., che i cittadini di Napoli e altre città trovano Pozzuoli molto migliorata da quando è da lui amministrata. Piccolo particolare, il giudizio lo devono dare i puteolani e non altri, e ciò anche se a suo dire sarebbero incivili!!!
Classica ciliegina sulla torta, il Primo Cittadino ha asserito che la valutazione tanto al suo piano antitraffico (rectius: “pro traffico”) quanto al suo operato in genere deve essere dato solo a completamento del tutto e ha testualmente affermato che “i posteri” daranno il completo giudizio. Qui la citazione non viene da noi, come nel paradosso di Zenone, un po’ arbitrariamente dedotta perché la citazione manzoniana del “5 maggio 1821” è esplicita (“Fu vera gloria? Ai <posteri> l’ardua sentenza)! Signor Sindaco, Manzoni si riferiva a un certo … Napoleone Bonaparte …!!!




mercoledì 29 aprile 2015

STRISCE BLU. RISPOSTA ALLA CORTESE LETTERA DEL SINDACO SU "Pozzuoli21"

Ill.mo sig. Sindaco
 del Comune di Pozzuoli

          Anzitutto La ringrazio comunque per la Sua, sia pure indiretta, risposta tramite "Pozzuoli21". Prima di passare al merito mi consenta qualche  nota circa i Suoi rilievi di “carattere personale” nei miei confronti. Lei dice che col mio presunto “sarcasmo” vorrei “sminuire l’attività di un Sindaco”. Nulla di più errato. Magari sbagliando avrò considerato dannosi i Suoi provvedimenti circa le strisce blu ma, nel far questo, non ho certo sminuito l’attività del Sindaco e la relativa capacità di influire positivamente o, a mio parere e limitatamente a questo caso, negativamente sulla vita dei cittadini. La ringrazio ancora per avermi degnato di una risposta dal momento che, a suo dire, preferirebbe
·        “rispondere a quei cittadini che si rivolgono allo scrivente semplicemente per avere un’informazione” (non sapevo che un Sindaco desse informazioni, grazie per la notizia, la prossima volta che mancherà l’acqua anziché telefonare all’acquedotto telefonerò direttamente alla S. V.; ovviamente scherzo – sorrida una volta tanto, La prego, l’autoironia è dei forti non dei deboli - ma è pur vero che è Lei, non io, in questo caso, a sminuire la Sua funzione)
·        ”per segnalarmi qualsivoglia criticità” (e cosa avevo fatto io?)
·        “o per scambiare qualche opinione su quelle che sono le problematiche che attanagliano la nostra città” (e ancora: e cosa di diverso avevo fatto io?)
·         “senza necessariamente rivolgere critiche fini a se stesse o estremamente tendenziose”. Qui mi permetto di chiederLe: quando è che una critica è fine a se stessa? Io avevo, tra l’altro, parlato di codice della strada calpestato, avevo citato l’articolo e il relativo comma, se non è d’accordo risponda sul punto altrimenti “critiche fini a se stesse” significa semplicemente intolleranza alle critiche “tout court” e le critiche, ribadisco, sono il sale della democrazia. E’ d’accordo con me un tale Voltaire … e scusate se è poco! Lei non fa altro che ribadire, per la seconda volta dopo il comunicato, che per Lei ci sono cittadini buoni (quelli che non criticano) e cittadini cattivi (quelli che criticano) mentre io, ingenuo, credevo che un Sindaco non dovesse fare discriminazioni tra i suoi amministrati. Quanto allo “estremamente tendenziose” vado sul vocabolario Treccani (Lei mi costringe a studiare) e trovo che per “tendenziose” si definiscono “finalità o interessi particolari o personali, per cui viene alterata la realtà oggettiva e la verità”. Ho parlato di stalli, di Codice della Strada, di sensi unici etc. cioè di cose su cui legittimamente possiamo avere opinioni divergenti ma che sono cose reali, non ho alterato nessuna realtà. Ovviamente, se nel vocabolario in uso al Comune vi è un significato diverso del termine “tendenzioso”, accetterò come sempre i consigli bibliografici in materia!
Dopo di ciò, nella Sua gentile lettera, Lei sembra passare dai rilievi personali al merito. Ammette che qualche aspetto del piano merita approfondimenti e dice che per altri aspetti avrei male interpretato le Sue intenzioni ma, ritiene “inutile e non costruttivo rispondere ad ogni singola osservazione” (penso si riferisca a quelle fatte, oltre che dal modesto sottoscritto, da varie espressioni della cittadinanza) “senza aver prima monitorato il piano generale”, si dice pertanto disponibile “solo successivamente” ad analizzare i suggerimenti provenienti da cittadini, associazioni, delegazioni etc. in quanto “l’arroganza e l’infallibilità non appartengono all’Amministrazione che ho l’onore di presiedere …” bellissime parole … se non fossero seguite da un codicillo: “anche se devo, mio malgrado, constatare che l’arroganza nel voler imporre la propria verità caratterizza molti individui”. (Sul termine “individui” mi soffermerò più avanti). Cosa vuole dire, che chi non la pensa come Lei è arrogante? Allora con chi è disposto a dialogare? Con quelli che la pensano come Lei? E che dialogo è quello tra persone che la pensano nello stesso modo? Sarebbe come dialogare con se stesso! Il “dialogo”, dice sempre il mio modesto dizionario Treccani, è costituito da “concetti opposti in tenzone su materia filosofica, religiosa, estetica, politica …”  ma arrendiamoci, ormai è evidente che io e il comune usiamo vocabolari differenti e il comune è avaro nel rivelare le proprie fonti bibliografiche! Quello che però dispiace, in quanto cittadino di Pozzuoli, è quel “non cambierei una sola parola di ciò che ho scritto alla cittadinanza sul Piano delle strisce blu”. Dunque conferma che Pozzuoli, è per Lei, come nel Suo comunicato stampa di riferimento, “Città abituata a non avere regole”, cioè che i cittadini puteolani sono incivili anche se hanno votato (contraddittoriamente) una classe amministrativa eticamente di livello superiore che si appresta finalmente a dar loro delle regole (altro che carenza di arroganza)! Ben diverso sarebbe stato, a mio modestissimo avviso, un approccio del tipo: “signori, così non si può andare avanti, diamoci una mano reciproca, amministratori e amministrati, per migliorare la convivenza in questa città”!
Dopo aver espresso le Sue “personali considerazioni” la S.V. passa ai pochi aspetti “tecnici” (il virgolettato è testuale) che mi interesserebbero riguardanti via Carmine e via Rosini (falso, avevo parlato di queste strade, perché le conosco meglio, a solo titolo esemplificativo). Ne deduco che ciò di cui mi ero lamentato nel resto della lettera e cioè l’essere stato, a mio parere, ignorato il Codice della Strada (art. 7, comma 8), e altre norme ancora, siano da Lei considerate quisquilie, pinzellacchere. Niente male per la “città dei diritti”! Mi informa quindi che  Via Carmine sarebbe stata declassificata, perché oltre l’ingresso di Villa Avellino non si può più andare, e di conseguenza non vi sarebbe alcuna incongruenza nel fatto che dove ieri la sosta intralciava il traffico e veniva sanzionata  ora non lo intralcerebbe più. Via Rosini invece, a seguito sempre dei nuovi dispositivi sul traffico, sarebbe interessata da un maggiore  flusso di traffico e quindi questo spiegherebbe l’impossibilità di prevedere stalli per la sosta su entrambi i lati. Ma né per via Carmine né per via Rosini quanto in teoria previsto  si verifica nei fatti. Mi permetto di consigliarLe di venire in zona per esempio verso le ore 13,00 – 14,00, quando chiudono le due scuole elementari e l’asilo presenti nelle vicinanze e scompaiono i due Vigili, la cui unica funzione sembra evitare, nelle sole ore in cui il traffico è meno intenso (ma  i posti per parcheggiare egualmente mancano)  tanto la “sosta” quanto la “fermata” su di un lato di via Rosini (la differenza codicistica tra i due termini è a loro del tutto ignota). Il flusso di auto è talmente forte che si parcheggia in ogni buco, tantissimi automobilisti vagano a lungo (attraversando anche la “declassificata” via Carmine) per trovare un posticino dove sostare il breve tempo necessario e l’inquinamento acustico e atmosferico (che il nuovo dispositivo, a Suo dire avrebbe ridotto) divengono egualmente intollerabili. Lo stesso alle ore tardo-pomeridiane del venerdì e del sabato. Il tutto esattamente come prima, quando la sosta era vietata su di un lato a via Carmine mentre si poteva parcheggiare su entrambi i lati a via Rosini. Tutte le evidenze empiriche smentiscono pertanto le sue delucidazioni "tecniche". Infine una domanda. Anche  via Solfatara e  via Terracciano, pur in presenza di un doppio senso e per giunta interessate da un flusso non solo urbano di traffico, sono state “declassificate” dal momento che sono comparse pure lì le strisce bleu dove prima imperversava il carro attrezzi?
La saluto infine, col solito rispetto dovutoLe, ma La saluto non da “individuo” ma da qualcosa di molto più, da “cittadino”, ed è questo un termine molto più ampio e non riducibile, nel nostro ordinamento democratico, da parte di nessuno, nemmeno da parte di un Sindaco!

Dott. Lucio D’Isanto  

sabato 28 marzo 2015

luciferoflegreo: ANCORA SULLE STRISCE BLU - NON RISPOSTA-RISPOSTA D...

luciferoflegreo: ANCORA SULLE STRISCE BLU - NON RISPOSTA-RISPOSTA D...: Come avevo preventivato, pur sperando il contrario, nel mio precedente post: "A PROPOSITO DI UN RECENTE COMUNICATO STAMPA CIRCA L’ISTI...

ANCORA SULLE STRISCE BLU - NON RISPOSTA-RISPOSTA DELL'AMMINISTRAZIONE

Come avevo preventivato, pur sperando il contrario, nel mio precedente post: "A PROPOSITO DI UN RECENTE COMUNICATO STAMPA CIRCA L’ISTITUZIONE DELLE STRISCE BLU DEL SINDACO di POZZUOLI PER I <CARISSIMI CONCITTADINI>”, pur avendo inviato praticamente una email al giorno al sig. Sindaco, l'Amministrazione ha ritenuto di non dover dare alcuna risposta in merito. 
Bisogna allora fare due precisazioni:

·        Il sig. Sindaco ha sicuramente, amministrando una città di 90.000 abitanti e più, molto da fare e non ci si aspettava certo una risposta diretta;
·        Il sottoscritto, oltre che da personale impulso, è stato spinto a scrivere la sua protesta anche da altri cittadini e inoltre non in pochissimi hanno letto e, soprattutto, condiviso in tutto o in parte quanto dal sottoscritto affermato.

Dunque non ad un singolo cittadino (il che peraltro già sarebbe una cosa abbastanza normale in democrazia) ma a una pluralità di cittadini non è stata data alcuna risposta. Né sarebbe stato necessario che il Sindaco in persona impegnasse il suo tempo a rispondere. Ben poteva affidare la risposta a un suo collaboratore o altro componente dell’Amministrazione, o magari al materiale estensore del “comunicato stampa” in questione, peraltro, come abbiamo potuto notare,  intriso di cultura Kantiana e dunque sicuramente conscio dei suoi doveri.

Ma, a ben vedere, sig. Sindaco, la Sua “non risposta”, il “SILENZIO” dell’Amministrazione da Lei diretta è un silenzio significativo e dunque E’ GIA’ UNA RISPOSTA!

·        E’ una risposta che dice: “ME NE FREGO DI QUELLO CHE VOI PENSATE E SCRIVETE” e questa, me lo lasci dire sig. Sindaco, non è una bella cosa in un paese democratico e – per di più – è in stridente contraddizione con un’amministrazione che dice di voler fare di questa città una “città dei diritti”!
·        E’ una risposta che – quando c’era lo Stato assoluto (da “absolutus” = sciolto da ogni vincolo nei confronti dei cittadini) – si dava ai “SUDDITI” privi di ogni diritto e non ai “CITTADINI”!
·        E’ una risposta, mi lasci dire, arrogante, da parte di una amministrazione che si ritiene infallibile. Ma l’infallibilità appartiene a Dio, per chi ci crede, non agli esseri o alle istituzioni umani! Mi permetto di ricordarLe che Einstein trovava il tempo di rispondere a lettere semplici anche di semplici e ingenui alunni delle elementari!

GRAZIE SIGNOR SINDACO PER LA SUA RISPOSTA, SILENTE MA PIU’ CHE ELOQUENTE!

Col dovuto rispetto (anche se da Lei evidentemente non corrisposto) le porgo i miei saluti!

martedì 3 marzo 2015

luciferoflegreo: A PROPOSITO DI UN RECENTE COMUNICATO STAMPA CIRCA ...

luciferoflegreo: A PROPOSITO DI UN RECENTE COMUNICATO STAMPA CIRCA ...:               Caro Sindaco, mi accingevo a scriverLe per un fatto di cui sono colpevoli le precedenti amministrazioni (non Lei), circa ...

A PROPOSITO DI UN RECENTE COMUNICATO STAMPA CIRCA L’ISTITUZIONE DELLE STRISCE BLU DEL SINDACO di POZZUOLI PER I “CARISSIMI CONCITTADINI”.


              Caro Sindaco, mi accingevo a scriverLe per un fatto di cui sono colpevoli le precedenti amministrazioni (non Lei), circa l’esistenza di una lapide a un repubblichino, ma le esigenze della cronaca prevalgono su quelle della storia.
              Non so se mai leggerà queste mie righe e credo (anche se spero il contrario) che difficilmente mi risponderà. Nella beneaugurata ipotesi che volesse rispondere a un cittadino di questa città e che qui paga le altissime tasse comunali, Le premetto che non sono aprioristicamente schierato contro  i suoi provvedimenti. Sono stato suo elettore e sono anche convinto che Lei, a differenza dei predecessori, abbia realizzato qualcosa per questa città. Ricordo con piacere che quando ebbi l’onore di ritirare la medaglia d’onore alla memoria assegnata a mio padre, in Prefettura, fu Lei a consegnarmela. Ritengo inoltre  che sia dovuta comunque deferenza istituzionale nei confronti del Primo Cittadino, legittimamente eletto, di questa città. Dunque La rispetto (e spero che Lei rispetti me) ma, con la franchezza di un cittadino in disaccordo (ben diversa dalla piaggeria del servo, che è sempre il primo ad abbandonare il padrone non appena questi non è più in auge) mi sento in dovere di scriverLe, spinto anche da qualche altro cittadino, queste righe critiche, scusandomi ancora per l’eccesso di franchezza. Le scrivo inoltre nella quasi certezza (o almeno nella speranza) che non sia Lei il materiale estensore del “comunicato stampa”, alquanto arrogante e antidemocratico, concernente le strisce blu.
           Sono un residente del Carmine (via C. M. Rosini per la precisione) e sono tra le “vittime”, in campo di circolazione stradale, di decisioni, in tale materia,  che trovo cervellotiche e spesso illegittime soprattutto per una amministrazione che vuole fare di questa città una città dei “diritti”.  Si sta tappezzando di strisce blu (sosta a pagamento) tutto il quartiere (o forse è meglio dire tutta la città o almeno il centro storico). A via Carmine (abbastanza clamorosamente) vi sono strisce blu e (in numero molto minore) strisce bianche sia sul lato destro che su quello sinistro; alla circolazione è quindi riservata una carreggiata strettissima, soprattutto per autoveicoli di grandi dimensioni, e con – tra l’altro – conseguenze facilmente prevedibili sulla circolazione, non solo della strada ma di tutta la zona, qualora una autovettura si guasti nel mentre sta percorrendo la strada in questione (cosa che prima o poi succederà, se non altro per motivi statistici, data l’intensità del traffico nel quartiere)! Poi, come qualcuno ha già giustamente notato , fino a ieri su di un lato vi era vietata la sosta (anche con rimozione dell’auto), quindi fino a ieri un’auto che parcheggiasse su quel lato ostacolava la circolazione, oggi (le auto nel frattempo possono essere aumentate ma non diminuite di numero) a parere della stessa amministrazione, non più!!! Né questa è l’unica strada dove si è verificato ciò, si pensi, a titolo esemplificativo e non esaustivo a via Terracciano! Stessa situazione a Via Solfatara! Per cui questa amministrazione della città dei “diritti” dimostra palesemente di confondere la “discrezionalità amministrativa” con l’ARBITRIO (Oggi decido che qui si ostacola il traffico, domani cambio idea, dopodomani la ricambio).  A via Solfatara, che è un tratto della importantissima arteria STATALE della Domitiana, e in cui il traffico – necessariamente - è in ambedue i sensi, sono state disegnate, ora su un lato ora su un altro, le immancabili strisce blu. Una arteria di importanza nazionale vede così le corsie diventare strettissime; non è necessaria Cassandra per prevedere un aumento di traffico e possibili incidenti (anche se speriamo che non accadano). Così come si tratta di incidenti annunciati quelli che potranno avvenire nei punti in cui, presa da un vero e proprio raptus da apposizione di strisce blu, questa amministrazione è giunta fino agli ingressi di palazzi o parchi; una auto in uscita da un portone è dunque costretta, avendo la visibilità ostruita dall’auto parcheggiata, ad avanzare senza vedere l’auto in circolazione e viceversa. Stranamente però, mentre si restringe la Domitiana e si riduce al lumicino la carreggiata di via Carmine, la relativamente ampia e  a senso unico via Rosini, resta parcheggiabile solo su di un lato.  Qualche anno fa una delegazione di residenti e commercianti della zona, tra cui il sottoscritto (erano stati sottratti alla sosta qualcosa come 25 posti auto) fu pure ricevuta dal Lei, sig. Sindaco; qualche vaga mezza promessa e poi silenzio (il provvedimento peraltro era sperimentale e nessuno, in caso di correzioni, avrebbe perso la faccia).
Ma fin qui si pencola tra la disinvoltura in campo amministrativo e la cervelloticità sconfinante in vero e  proprio arbitrio.
Dove invece giungiamo al vero e proprio disprezzo per la legge, da parte di un’amministrazione  di quella che aspira essere la “città dei diritti”, è – almeno nel quartiere che più conosco – il numero dei posti a parcheggio libero. Mi permetto di trascrivere  l’art. 7 comma 8 del vigente Codice della Strada: “Qualora il comune … omissis … disponga l’installazione di dispositivi di durata della sosta … omissis … su parte della stessa area o su altra parte nelle IMMEDIATE vicinanze, DEVE riservare una ADEGUATA area destinata a parcheggio … omissis … senza dispositivi di controllo di durata della sosta”. I pochissimi posti recintati da strisce bianche a via Carmine costituiscono una ADEGUATA area destinata a parcheggio per un intero  e popolatissimo quartiere? E’ “adeguato” il numero degli stalli bianchi rispetto a quelli blu nell’area che comprende via Rosini, via Carmine, via Vecchia San Gennaro etc.? O il vocabolario italiano in uso presso il comune è diverso rispetto a quello che abbiamo noi cittadini comuni? Siamo aperti a consigli bibliografici in materia! E secondo i nostri amministratori è necessario un linguista o un giurista per interpretare le parole del Codice: “DEVE RISERVARE una ADEGUATA area”? Il Comune si pone palesemente fuori dalla legge almeno in questo caso e con (mi scusi) la spudoratezza da definirsi fautore della “città dei diritti”!
Anch’io mi procurerò l’abbonamento (de facto per costrizione) ma “quid iuris” se nel raggio di un chilometro (come si vede non dico “sotto casa”) non trovo uno stallo libero né con strisce bianche né con strisce blu? Ciò costituirebbe praticamente l’imposizione di una ulteriore tassa occulta, imposta eludendo la riserva di legge a favore dello Stato stabilita dal nostro ordinamento giuridico su tale materia; come “città dei diritti” niente male!
Stessa questione si pone per il numero effettivo di contravvenzioni cui il cittadino della zona sarà necessariamente costretto. Altri soldi in cassa direte! Ma la sanzione amministrativa dovrebbe essere ispirata a criteri generalpreventivi, cioè, in parole povere, servirebbe per educare il cittadino che, per evitare la sanzione pecuniaria, non parcheggerebbe più sulle strisce pedonali o in modo da intralciare il traffico etc. Qui invece, nella nostra “città dei diritti”, l’amministrazione “spera” che il cittadino contravvenga anzi gli rende impossibile non subire un certo numero di sanzioni pecuniarie per anno. Quindi la sanzione amministrativa non serve più per “educare” il cittadino ma per “diseducarlo” peggiorando altresì ulteriormente il rispetto per la legalità; infatti, in maniera subliminale, si induce la gente a pensare: “se tu comune, slealmente, vuoi fare fesso me cittadino, io cittadino cerco di far fesso te”! Ottimo risultato etico anche questo per la “città dei diritti”!

Infine, non so chi sia, signor Sindaco, il suo collaboratore che ha stilato materialmente il comunicato, spero che Lei, leggendolo attentamente, corregga alcune affermazioni insultanti nei confronti della cittadinanza. Senza soffermarsi oltre sull’uso di termini quali “razionalità” laddove c’è oggettivo “arbitrio” (il Codice della Strada non l’ha redatto il sottoscritto), cosa significa che “il piano delle strisce blu che si sta attuando è ambizioso e rivoluzionario IN UNA CITTA’ ABITUATA A NON AVERE REGOLE”?  Che i cittadini di questa città sono incivili? E come mai questi incivili, in gran copia, compreso il sottoscritto, hanno votato per Lei? O è un ossimoro o i cittadini sono, oltre che incivili, autolesionisti!
E il piano sarebbe “ambizioso” (forse, ma è un’opinione, l’aggettivo è un po’ esagerato) e “rivoluzionario”. Se è rivoluzione che l’Ente  Pubblico, che sul territorio dovrebbe essere il primo tutore della legge, invece la viola, io preferisco essere reazionario e invocare, da parte del comune, il rispetto delle norme del Codice della Strada!
Cosa significa: “mi piacerebbe … portare a compimento il piano approvato con “serenità”? Se, come penso, nessuno La minaccia, con “serenità” significa “senza critica”. Ma le critiche, mi hanno insegnato a scuola e all’università, sono il sale della democrazia! Può mai essere conciliabile “una città dei diritti” con l’intolleranza verso le critiche?
Cosa significa: “mi piacerebbe che detto piano non fosse oggetto di “apriori(stiche)” prese di posizione (“apriori”, lapsus freudiano del materiale estensore che denota profonda conoscenza del pensiero di Immanuel Kant) di taluni che antepongono l’interesse personale a quello collettivo e che, pertanto, non potrebbe mai essere oggetto  di attenzione da parte di questa Pubblica Amministrazione”? La violazione delle leggi da parte del comune è forse interesse collettivo? O significa:  “se fate i bravi potrei concedervi qualcosa, se fate i cattivi, porte chiuse in faccia”? Non è che per caso tutti i cittadini dovrebbero essere meritevoli di dire la loro perché tutti pagano le (elevatissime) tasse comunali e tutti sono uguali, secondo costituzione, davanti alla legge??? E’ una “città dei diritti” quella che discrimina tra “sudditi” buoni e cittadini cattivi?
Cosa significa “le aree libere di sosta erano ormai considerate da molti <parcheggi privati> etc.”? Un cittadino che paga per la sua auto la tassa di possesso (che trova la sua “ratio” come tassa di circolazione comunque obbligatoria) non può parcheggiare legittimamente dovunque non sia vietato? Quale norma dispone il contrario?
Mi scuso per la leale franchezza e La saluto con la deferenza comunque dovuta al Primo Cittadino.
Lucio D’ISANTO